Cheburashka: non è finita!

È da qualche settimana che la storia della cinematografica russa è stata stravolta: è uscito un nuovo film, Cheburashka, il quale è diventato il film di maggior incasso della storia della distribuzione cinematografica nazionale. Se non avete ancora visto questo film, ve lo consiglio vivamente, ma nel frattempo, vi racconto la storia di questo misterioso personaggio e un'interessante espressione derivata che potete usare per arricchire il vostro vocabolario.

Allora chi è?


A sentire il suo creatore, lo scrittore di libri per l'infanzia Eduard Uspenskij, Cheburashka è un animaletto sconosciuto alla scienza. Goffo, dalle grandi orecchie a sventola e a metà fra un orsacchiotto e un koala, Cheburashka è arrivato nella grigia e piovosa Mosca da un ignoto paese tropicale all'interno di una cassa di arance, di cui è ghiotto. Una storia piuttosto commovente che subito ha ricevuto un enorme affetto del pubblico.

Infatti, Cheburashka e popolarissimo in tutta la ex-URSS e non solo: è noto in Finlandia come Muksis, In Germania si chiama Plumps e in Svezia Drutten. Negli ultimi decenni è diventato popolare anche in Giappone, dove sono uscite diverse versioni giapponesi ispirate al film originale.

In Russia invece Cheburashka è un'icona presente su molti prodotti pop, dagli spot televisivi ai gadget nelle vetrine. La squadra olimpica russa addirittura l'ha usata come mascotte negli ultimi tre Giochi Olimpici (nel 2010 a Vancouver, ndr).

Come avete capito, è un personaggio importante della cultura russa. Ma qual è l'espressione di cui vi avete parlato all'inizio? È piuttosto strana (addirittura crudele) e ha a che fare con... prodotti di pelliccia! Sì, è così! Quando un prodotto (sia esso una giacca o una pelliccia) contiene pelliccia finta, diciamo che è fatto di …Cheburashka (vi ricordate che è un animale inesistente, vero?): шуба из чебурашки o шуба-чебурашка.

Per esempio, я предпочитаю шубу-чебурашку, так как я против убийства животных, а вы?